giovedì 3 luglio 2025

Il meglio e la trappola dell'ego migliorista...

 


mercoledì 2 luglio 2025

L'alimentazione secondo Osho...



Non credo nel vegetarianismo, perché non credo in niente. I miei discepoli sono vegetariani non perché seguaci di una setta, non perché fedeli a una dottrina. Sono vegetariani, perché le loro meditazioni li rendono più umani, più vicini al cuore, e così vedono la totale stupidità di coloro che uccidono esseri viventi per cibarsene. È la loro sensibilità, la loro consapevolezza estetica, che li rende vegetariani. Io non insegno il vegetarianismo: è una conseguenza della meditazione. Ovunque sia accaduta la meditazione, le persone sono diventate vegetariane; sempre, da migliaia di anni.

Non puoi uccidere gli animali per mangiarli, non puoi distruggere la vita. Quando hai a disposizione cibi deliziosi di ogni tipo, che bisogno hai di uccidere degli esseri viventi? Non c’entra niente con la religione. Si tratta semplicemente di sensibilità, di comprensione estetica.

Giainismo e Buddhismo sono due religioni senza dio e senza preghiera, ed entrambe sono automaticamente diventate vegetariane. 

Perché i miei sannyasin sono vegetariani? Non è la mia filosofia, è semplicemente una conseguenza. Non insisto su quello. Io insisto sulla meditazione. Sii più vigile, più silenzioso, più gioioso, più estatico, e troverai il tuo centro più profondo. Molte cose seguiranno per conto proprio… e quando accadono in questo modo, non c’è repressione, non c’è lotta, non c’è privazione, non c’è tortura.

Ma se vivi il vegetarianismo come una religione o una filosofia, desidererai continuamente la carne; avrai sempre in mente la carne, la sognerai, e il tuo vegetarianismo sarà solo un abbellimento per il tuo ego.

… se mediti arriverai a una nuova sensibilità – un nuovo modo di vedere le cose – e non potrai uccidere animali.

Hai mai notato come le società vegetariane abbiano i cibi più deliziosi? I buddhisti, i giainisti… hanno la migliore cucina del mondo, per la semplice ragione che attraverso la meditazione hanno dovuto abbandonare il consumo di carne. E hanno cominciato a sperimentare con questi cibi appetitosi, così da non sentire la mancanza dei piatti a base di carne. …

L’intero regno animale fa parte di noi, e anche gli alberi. Solo ora gli scienziati hanno concluso per certo che gli alberi sono parte degli esseri viventi. E non solo questo, ma che possiedono anche una grande sensibilità, molto più grande della tua. Hanno messo dei macchinari attorno agli alberi, inserito dei fili negli alberi – macchinari come un cardiografo, che mostra il battito del cuore, fa vedere il battito del cuore di un albero. E se qualcuno si avvicina per tagliare un albero, il tracciato del cardiogramma immediatamente impazzisce: l’albero ha davvero paura e trema. Non solo quell’albero, anche gli altri alberi intorno impazziscono, nonostante non stiano per essere tagliati. Ma qualcuno, un amico, sta per essere tagliato e lo sentono.

La cosa più strana che è stata scoperta dagli scienziati è che se la persona che si avvicina con un’ascia sta solo facendo finta – non ha veramente intenzione di tagliare l’albero – il grafico rimane stabile. Questo è qualcosa di incredibile, che gli alberi sappiano se un individuo intende tagliarli o sta solo facendo finta. Sono molto più sensibili di te. Tu non riusciresti a capirlo: se qualcuno ti si avvicina con una spada, non ti rendi conto se sta per colpirti o sta solo facendo finta, recitando. Non puoi capirlo attraverso la tua sensibilità. La ragione è che l’uomo ha vissuto per milioni di anni in modo così insensibile, che ha perduto una delle più grandi qualità del suo essere. La meditazione piano piano ti ridà la sensibilità; e un uomo che è arrivato all’estasi suprema della meditazione, è sensibile come ogni albero, animale, qualsiasi cosa in tutta l’esistenza.

È questa sensibilità a rendere vegetariana la mia gente. E si tratta di un guadagno, non di una perdita. Ti renderà anche più amorevole, più compassionevole, più sensibile, più in grado di apprezzare la bellezza.

Ti renderà consapevole di una grande musica: la musica che si sente quando il vento soffia tra i pini, o il suono dell’acqua che scorre… la musica che c’è in questo momento, in questo silenzio.

Il silenzio è la musica più grande. È senza suono, ma può essere percepito.

Non senti che silenzio c’è qui? Non senti che le persone qui sono un tutt’uno, vibrano allo stesso ritmo, i loro cuori battono allo stesso tempo? Il vegetarianismo è una piccola cosa. Noi dobbiamo creare un mondo di persone veramente sensibili, che possano apprezzare la musica, la poesia, la pittura, che possano comprendere la natura, che possano capire la bellezza umana, il mondo che le circonda: le stelle, la luna, il sole.

L’umanità ha perduto il suo cuore, e noi dobbiamo ridarlo… a chiunque lo rivoglia.

Osho, From Death to Deathlessness



lunedì 30 giugno 2025

PFAS e inquinamento delle falde... nei secoli dei secoli...



E’ scontata l’indecenza di attribuzioni di vittoria e di autoassoluzioni di politici e amministratori… all’unanimità. Invece, la sentenza Pfas di Vicenza va ad assoluto ed esclusivo merito della popolazione che si è mobilitata. La sentenza per quanto tardiva assume comunque valenza storica perché è la prima che condanna per dolo: pene fino a 17 di reclusione per i manager.

Ma è insufficiente per fare giustizia. La Giustizia non si realizza certo con i 50mila euro per organizzazioni ambientaliste o con i 25mila per i sindacati Cgil e Cisl. Mentre sarebbe fondamentale se assicurasse i massimi risarcimenti alle Vittime: le quali, invece, in poche centinaia su centinaia di migliaia, sono state indennizzate con irrisorie 15mila euro.
 
L’altro aspetto nevralgico è la bonifica. Chi la paga? chi e come e quando la realizza? Gli inquinatori?  Il ministero dell’Ambiente, al quale è stato riconosciuto un indennizzo da 58 milioni? La Regione Veneto con i sei milioni di euro di indennizzi? Con i circa 844mila euro di indennizzo all’Agenzia regionale per l’ambiente del Veneto (Arpav)? Con in media gli 80mila euro ciascuno per i trenta comuni della zona rossa?
 
La Regione Veneto ha già speso 2,8 milioni in filtri e nuove reti acquedottistiche e 3,5 milioni per finanziare Arpav. Mai finiti i monitoraggi ambientali.  A cui si aggiungono i costi elevati dei monitoraggi sanitari per 350mila residenti, del dosaggio dei Pfas nel sangue, delle patologie di preeclampsia in gravidanza oltre che malformazioni alla nascita, cancro del rene e del testicolo e della tiroide, malattie cardiovascolari, colesterolo e funzionalità epatica eccetera.  A tacere i costi per le cure.
 
Secondo l’Arpav ci vorrà un secolo per ripulire del tutto la falda più inquinata d’Italia.  Le altre 16 Regioni già individuate da CNR (Consiglio Nazionale delle Ricerche) e ISPRA (Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale), sono Emilia Romagna, Piemonte, Lombardia, Toscana, Lazio, Campania, Friuli, Basilicata, Liguria, Umbria, Abruzzo, Puglia, Sardegna, Molise e Calabria.

Rete Ambientalista



domenica 29 giugno 2025

Attenti allo scientista...

Articolo intollerante nei confronti di un mondo espresso in un commento – emblema di un popolo intero e di una cultura pervasiva – inconsapevole di tutto tranne di quello che ha imparato sui sussidiari e nei master.


Eccolo, è lo scientista! Basta niente che si pesca da solo.

Preso dal suo mondo, non riesce a fermarsi e neanche a rallentare per il momento necessario ad accorgersi che la velocità cancella il mondo, lo restringe al punto di fuga, unica mira. In groppa al missile del sapere, getta giudizi verso tutto ciò che gli sfila a fianco.

In questo articolo, come in diversi altri, avevo fatto cenno ai limiti della cosiddetta conoscenza scientifica. Avevo fatto presente che ci sono verità che se ne ridono del metodo scientifico. Avevo anche scritto che il problema non è relativo alla scienza, ma agli scientisti, ovvero a coloro che oltre la scienza non vedono conoscenza.

Niente! Non c’è stato niente da fare, lo scientista non ce la fa a concepire null’altro che la propria verità, ma meglio chiamarla dottrina o dogma.

Accecato da se stesso, per dimostrare il valore della devozione incorruttibile nei confronti del solo modello di conoscenza di cui dispone, non arriva ad altro che contrapporlo a ciò che neppure conosce, se non costringendolo entro la scatola degli scarti. Luogo immondo dove nasconde e getta tutto ciò che il suo povero vocabolario costringe entro un solo titolo: ciarlatanesimo.

Riportando prima parte del testo dell’articolo del mio articolo (A), facendolo seguire da un intermezzo proto-sarcastico-derisorio (B) e concludendo con farina del suo sacco (C), ecco l’esaustivo intervento scientista a sostegno della sola conoscenza cui è costretto a credere. Peccato che la contrapposizione tra sapere scientifico e conoscenza estetica, contemplativa, meditativa, energetica, non solo non era presente nel pezzo, ma nemmeno nel suo autore.

Ecco il suo commento:

A

Affidarsi alla narrazione logico-razionalistica del cognitivismo – una specie di sinonimo di affidarsi alla narrazione logico-razionalisica della scienza – è scientismo. In quanto ogni alternativa è classificata dalla narrazione stessa nella sua categoria ciarlatanesimo. Ne viene che ciò che non rientra nel suo autoreferenziale canone scientifico, non esiste, non contiene verità, certamente lo si può tralasciare.”

B
Perché ho la sensazione – nota bene: sensazione, emozione a-razionale, sentimento, non certezza, prova o giudizio – perché, dicevo, ho la sensazione che questa frase possa essere riscritta esattamente speculare da quelli che vengono chiamati provocatoriamente scientisti (più rispettoso e probabilmente reale sarebbe forse razionalisti) contro i ciarlatani?

C

Provo.
“Affidarsi alla narrazione emotivo-supernaturalistica-extasensoria del cognitivismo – una specie di sinonimo di affidarsi alla narrazione dell’energia cosmica immateriale e omnipervasiva, della conoscenza come convinzione personale autogenerata – è irrazionalismo cognitivo. In quanto ogni alternativa è classificata dalla narrazione stessa nella sua categoria: lo scientismo. Ne viene che ciò che non rientra nel suo autoreferenziale canone di verità conoscibili solo dal proprio io interiore per illuminazione, meditazione o fede, non esiste, non contiene verità, certamente lo si può tralasciare.”

Infine, ecco anche il colpo di fioretto come chiosa. Nient’altro che una narrazione dell’universo che, in sella al razzo dello scientismo, non gli appare.

“Con il fortissimo pericolo del santonismo, genialmente rappresentato da ‘Quelo’”

È in questa aulica reazione – di cui mai si vergognerà, dalla quale mai prenderà le distanze – il sommo, magno potere in mano alla cultura scientista, ai saperi meccanicistici, analitici, settoriali creduti conoscenza. Un sapere creduto superiore che, non a caso, fa concepire la digitalizzazione e l’intelligenza artificiale sinonimo di progresso.

Lorenzo Merlo



"Profumo d'Italia" di Fulvio Di Dio


sabato 28 giugno 2025

Nucleare. La grande bruttezza...

 


Sul nucleare le idee del governo (ministro dell'Ambiente e della Sicurezza energetica, Gilberto Pichetto Fratin) erano precise nel fatto di data: “Per il 2029 il rilascio del provvedimento di autorizzazione unica e per il 2039 la messa in esercizio del deposito nazionale”. Poi proponeva di realizzare non uno, ma tre depositi per le scorie nucleari, uno al Nord, uno al Centro e uno al Sud. Però, dell'elenco delle 51 aree idonee presenti nella proposta di Carta Nazionale delle Aree Idonee (Cnai) ad ospitare il Deposito Nazionale, non è stata presentata alcuna autocandidatura da parte degli enti territoriali, né di destra né di sinistra.

Insomma, il Governo Meloni vuole riaprire le centrali nucleari ma non riesce nemmeno a gestire in maniera seria ed efficace la messa in sicurezza dei rifiuti radioattivi presenti attualmente nel nostro Paese (oltre 32.000 metri cubi a media bassa intensità) e del combustibile delle quattro centrali nucleari nazionali dismesse inviate in Francia e in Gran Bretagna per il suo riprocessamento, e che deve rientrare . Più di recente, Pichetto, dopo che a ottobre 2024, aveva proposto di ammodernare e ampliare i siti esistenti (22) in attesa del deposito , ha parlato della convinzione ormai maturata che fossero necessari più depositi.

Ad esempio, nell'ex centrale nucleare di Caorso , in provincia di Piacenza, Sogin (società del governo) ha iniziato (vedi la foto) la demolizione della copertura del deposito temporaneo di rifiuti radioattivi denominato Ersma. La fine della ristrutturazione del deposito è prevista entro dicembre 2027, mentre la messa in esercizio, al termine dei collaudi, è programmata nel primo semestre 2028. La struttura potrà ospitare fino a 2.100 metri cubi di rifiuti radioattivi di bassa e media attività esclusivamente dai lavori di dismissione della centrale di Caorso, tra i quali quelli che arriveranno dalle future operazioni di smantellamento dei componenti del reattore nucleare.
Dunque, anche se è stata individuata la sorta delle scorie radioattive, la corsa al nucleare è ufficialmente iniziata con il governo che ha presentato il suo “Programma Nazionale per il nucleare sostenibile” : piccoli reattori nucleari sul medio termine, per poi concentrarsi nella ricerca sulla fusione nucleare sul lungo termine. Ebbene, i piccoli impianti modulari di terza e quarta generazione (americani e cinesi) sono una tecnologia tutt'altro che alla portata di mano. Mentre è decisamente futuristico l'obiettivo di realizzare un impianto a fusione nucleare entro il 2050: la ricerca sul campo è, al momento, uno stato davvero primordiale.

Rete Ambientalista 



venerdì 27 giugno 2025

Procedere senza mappe, ma con tanto buonsenso...

 


Caminante, no hay camino, se hace camino al andar” (Antonio Machado)


La nostra strada verso l’ecologia profonda, verso l’attuazione del bioregionalismo, non è segnata, non abbiamo mappe da seguire, indicazioni che stabiliscano il cammino… ma per procedere dobbiamo iniziare a camminare.

La continuità della nostra società, in quanto specie umana, richiede una chiave evolutiva, una visione globale, per mezzo della quale aprire la nostra mente alla consapevolezza di condividere con l’intero pianeta l’esperienza vita.

Questa è la visione dell’ecologia del profondo, la scienza dell’inscindibilità della vita.

Ne consegue che sia la politica che l’economia umana devono tener conto dell’ecologia per avviare un progresso tecnologico che non si contrapponga alla vita e che sia in sintonia con i processi vitali del pianeta. La scienza e la tecnologia in ogni campo di applicazione dovranno rispondere alla domanda: E ciò ecologicamente compatibile? I macchinari, le fonti energetiche, lo smaltimento dei sottoprodotti, la produzione di alimenti, il rapporto con gli animali, dovranno essere realizzati in termini di sostenibilità ecologica.

Deve essere avviato un rapido processo di riconversione e riqualificazione industriale ed agricola che già di per se stesso sarà in grado di sostenere l’economia. Infatti la sola riconversione favorirà il superamento dell’attuale stato di enpasse economico e sociale. Una grande rivoluzione umana comprendente il nostro far pace con la vita globale del pianeta.

La chiave evolutiva da noi proposta sta nel cambio radicale di visione, passando dal criterio di destra-sinistra (ormai superato dalla situazione) ad una coscienza di compresenza e compartecipazione del contesto vitale, una coscienza priva di ipocrisia e furbizia, tesa all’approfondimento dei valori della vita (nella società e nell’habitat). Infatti abbandonando il concetto ormai obsoleto di destra-sinistra possiamo tranquillamente entrare nel mondo dell’appartenenza e condivisione. La consapevolezza di essere parte integrante del tutto l’unica strada per uscire dal vortice di una ripetitiva e rovinosa barbarie.

Paolo D’Arpini - Rete Bioregionale Italiana